giovedì 22 gennaio 2015

Libro, quadro, haiku: l'impalpabile velo di 'Seta'


  'Seta' di Alessandro Baricco, per me non è un libro. Sono due. Un po' perché ne ho davvero due copie - pensavo di averlo perso (Bur, 2002) e, presa dalla disperazione, ne ho comprato subito un'altra copia (Feltrinelli, 2013), appena l'anno scorso. Salvo poi ritrovare, giusto ieri, il libro 'originario'. Due libri, due facce dello stesso scritto: da un lato c'è il romanzo breve e una storia ancora più breve (i viaggi in Oriente di un commerciante francese di bachi da seta e la sua attrazione per una cortigiana giapponese senza nome e senza voce), le parole scritte sulla carta giallognola, la copertina semi-lucida, dall'altra c'è qualcosa di diverso. Dietro le parole, c'è un quadro. A volte è un giardino impressionista (molto simile al ponticello giapponese di Monet), a volte è una xilografia giapponese, altre stringe il suo fuoco sui dettagli più minuscoli come solo Vermeer sapeva fare.

giovedì 1 gennaio 2015

Scrivere è come baciare con la mente (o Daniel Glattauer, "Le ho mai raccontato del vento del Nord" e seguito)


Inizia il 2015, e a proposito di inizi...




  "Salve, vorrei disdire il mio abbonamento alla rivista Like...". Quanto romanzi, quante storie sono iniziate grazie a un indirizzo sbagliato? A uno scambio di persona? 'Le ho mai raccontato del vento del Nord' (e il seguito, 'La settima onda') di Daniel Glattauer (Feltrinelli, 2010, traduzione L. Basiglini), è una di queste.
E se mai al mondo qualcuno si fosse chiesto se fosse possibile scrivere un intero romanzo senza far incontrare mai i protagonisti, la risposta ora c'è, ed è sì. O meglio, Leo ed Emma (anzi, Emmi), si incontrano eccome. Tutti i giorni, più volte al giorno, si cercano pochi minuti dopo essersi salutati, pur senza mai vedersi né essersi mai visti prima. Tutto ciò che li accomuna è lo schermo di un pc e il foglio bianco di una casella email (inizialmente errata).