Nessuno era ancora riuscito a condensare in un solo libro (ok, due) la maggior parte delle mie passioni. Ma ho imparato a non sottovalutare lo svedese Bjorn Larsson (non quello di 'Uomini che odiano le donne'), che con la pacatezza appuntita tipica degli scrittori nordici centra il bersaglio come un agopuntore. Apparentemente indolore, ti riempie di piccole, taglienti verità che si faranno sentire con leggero ritardo. Oh, si faranno sentire eccome.
(Forse anche per questo quasi tutte le mie orecchie sono 'minori'. Dettaglio che mi ha stranito riprendendo in mano i libri dopo alcuni mesi)
E' anche uno dei (pochi) autori che amo nonostante non condivida alcune riflessioni. O forse le condivido, ma mi risultano ancora un po' indigeste da accettare. E questo è, in fondo, Larsson.
Un altro primato: 'Bisogno di libertà' (Iperborea, 2007, traduzione Crocco) e 'La saggezza del mare' (Iperborea, 2003, traduzione Crocco), sono stati i primi (e gli unici libri) dove ho orecchiato persino la postfazione, in entrambi i casi a firma di Paolo Lodigiani. Mentre Larsson naviga tra lingue, linguaggio, senso ed etimologia come la sua Rustica taglia i mari del Nord, Lodigiani lo inquadra, lo coglie in un'istantanea, in una fotografia precisa e ferma, per poterne capire il senso ultimo, le contraddizioni. Larsson ci fa sentire che qualcosa non torna (non nel libro, ma nella vita, nella natura dei sentimenti umani, quali libertà, amore, fantasia), Lodigiani ci spiega cos'è quella nostalgia, quel sentimento di scomodità. Ci prende per mano e ci indica un punto tra le pagine: tu sei qui. Un'accoppiata azzeccata, tanto da aver destato in me la curiosità di leggere le pre o postfazioni di altre traduzioni ed edizioni straniere.
***
Ma torniamo a noi: Larsson ha scritto oltre a una serie di romanzi (ancora nella mia lista 'to read'), un paio di libri sulla sua vita in mare e non, sulla sua infanzia, sulla sua scrittura. Ha scritto, per essere più precisi, un inno alla libertà, al mare, alla fantasia.
In un'ideale classifica, la libertà viene ovviamente per prima. Con tutte le sue contraddizioni.
"Ho capito che per essere liberi dobbiamo sapere dove siamo.
Chi è smarrito, chi non ha il senso della realtà, chi ignora come va il mondo, non è libero"
"E senza sogni, la libertà è solo un miraggio, un'illusione,
un castello in aria che crolla al primo soffio"
[Bisogno di libertà]
***
Secondo posto? Il mare ovviamente. Anche se Larsson usa molto spesso parole e citazioni altrui per descrivere la sua felicità a bordo del Rustica, la sua barca. E la sua passione per il mare è strettamente connessa a quella del viaggio:
"Se è vero che viaggiare consiste nel fare esperienze, e non lasciarsi trasportare,
il valore del viaggio è inversamente proporzionale alla sua velocità"
[La saggezza del mare]
Illuminazione (nonché regola aurea di ogni viaggiatore) ispirata nientedimeno che... dallo sterco di vacca: "-Adesso capisco! -Cosa? -Perché c'è così tanta merda di vacca nei libri di Beckett! [...] Torbe e io non avremmo mai fatto quella scoperta se non fossimo andati a piedi". Nonché un'ode alle destinazioni improbabili:
"Cosa ci sarà mai in un posto del genere? La risposta è semplice quanto il sogno: non lo so; oppure: lo vedremo al momento; o ancora: la gente, il mare il cielo"
[La saggezza del mare]
E nella postfazione Paolo Lodigiani punta la sua lente focale sul centro della questione:
"Larsson non ha illusioni in proposito, né tanto meno ne contrabbanda al lettore: sa bene che in mare si possono dimenticare le proprie ansie e quelle del mondo, ma questo non aiuta a risolverle. Sa anche che ogni affermazione della propria libertà ha un prezzo o avviene a carico di qualcun altro. Questa lucida e amara consapevolezza, l'oscillare irrisolto fra due verità inconciliabili, che solo sul mare si può essere felici e che neppure il mare può dare la felicità, è il motivo di fondo di tutto il libro, e le pagine più belle e significative sono pervase dalla malinconia che ne consegue".
Subito accanto al viaggio, non può che esserci la scrittura, come ulteriore forma di viaggio.
"Perché sia così, la letteratura deve essere un viaggio da cui non si ritorna gli stessi di quando si è partiti. Il lettore [...] deve osare prendere [un biglietto] la sola andata"
[Bisogno di libertà]
Nonché ulteriore complicazione, come lo scrittore rileva fin da subito:
"[Non mi ci è voluto molto per capire che] il mio bisogno di scrivere era così forte
da dovergli sacrificare un po' del mio bisogno di libertà"
"Il libro deve essere una mano tesa, un'offerta, un'opportunità. Lo scrittore, pensandosi altro, ideando l'esistenza dell'altro e di altre possibili vite, offre a chi legge l'occasione di domandarsi seriamente se vuole restare lo stesso o diventare altro"
[Bisogno di libertà]
"Lo scrittore [...] offre A SE STESSO e a chi legge l'occasione di domandarsi
se vuole restare lo stesso o diventare altro"
***
Ulteriore complicazione, è l'amore. Al contrario di quello che si può pensare (o meglio, dell'idea del lupo di mare solitario e romantico che abbiamo interiorizzato), Larsson ha una compagna e anche una figlia, cosa che lo ha spinto a 'mettere radici'. In riva al mare e con la barca pronta a salpare, ovvio.
Ma è innegabile che l'amore abbia posto dei paletti sulla sua strada verso la libertà:
"Lungi da me provare a sviscerare la natura profonda dell'amore", scrive in 'Bisogno di libertà', nonostante le due pagine che fotografano stupendamente il colpo di fulmine ("Perdere ogni distanza di osservatore imparziale nei confronti della persona amata. Un senso di accecamento, una mancanza di senso della realtà, non della realtà del mondo, ma di quella della persona amata").
"Mi limito a constatare che, lo si voglia o no, l'amore è una minaccia per la libertà [...]
Perché amare non è una libera scelta [...]. Si può volerlo, ma non sceglierlo.
Lasciarsi andare, accettarlo, ma non averne il pieno controllo"
Ecco, su questo punto ho storto un po' il naso. Perché se è vero che l'amore non si sceglie, si può scegliere se continuare una storia d'amore, se trasformarla in famiglia, complicità, condivisione. O meno. Ed è una scelta che va fatta senza prendere e prendersi in giro, considerando che l'idea stessa di famiglia può far parte della libertà altrui, e che quindi qualcun altro può rimanere ferito. Per questo, ho quasi esultato orecchiando la seguente ammissione dell'autore:
"Quel che raccontano [i romanzi d'amore], non è solo l'amore. E' anche la lotta tra il bisogno d'amore e il bisogno di libertà. In questa lotta non c'è mai vincitore"
[Bisogno di libertà]
***
Per finire, una chicca segnata quasi per caso, ma come ogni altra cosa in questi due libri, un prezioso consiglio da fare proprio:
"Non è così facile tenersi stretta la felicità, quando si è circondati
da gente che è tutta concretezza e buon senso"
[La saggezza del mare]
Ps. Altri libri dell'autore da leggere: 'Diario di bordo di uno scrittore', ovvero il resoconto della nascita dei suoi romanzi, dei suoi personaggi e della sua vita da scrittore, con molti consigli e spunti di riflessione; 'La vera storia del pirata Long John Silver', imperdibile per chi ha amato 'L'Isola del tesoro' nonché un romanzo che mette il celebre antagonista sotto una luce diversa. Non certo buona, ma inspiegabilmente e fascinosamente diversa.
Nessun commento:
Posta un commento