"La sensualità è una potenza segreta
del mio corpo, dissi a Eduardo.
Un giorno si manifesterà,
intatta in tutta la sua ampiezza.
Aspetta solo un po'."
'Henry & June', Anais Nin
Mi sono avvicinata ad Anais Nin e Henry Miller come un felino alla sua preda. Solo che i ruoli erano invertiti e me ne sono accorta solo dopo. Mi hanno conquistato non con i loro scritti erotici (quasi rinnegati, soprattutto dalla Nin), ma con la loro corrispondenza ('Storia di una passione. Lettere 1932-1953', Henry Miller e Anais Nin, Bompiani, 2000). E le orecchie sono state così tante che se le trascrivessi tutte avrei una copia quasi completa del libro.
Henry Miller e Anais Nin |
Più che la descrizione cruda di amplessi e vita bohemienne o le fantasie erotiche commissionate da un ricco committente, mi interessava la bruciante passione che ha consumato due menti tanto distanti quanto complementari, autodistruttive, ma che incontrandosi, come due campi magnetici pari e opposti, si sono bilanciati, sostenuti a vicenda, rafforzati. Ma mi interessava lei, Anais. Mi interessava, per una volta vedere la donna, la scrittrice degli inizi del Novecento, il suo diario, o meglio, il suo diario durante la tempesta portata da Henry. L'Anais Nin di 'Henry & June' (edizioni Bompiani, 2013) è nell'occhio di un ciclone letterario e fisico allo stesso tempo.
"So bene com'è bruciante l'intensità con cui vivi", scrive ad Anais il marito Hugo, il povero Hugo, dispensatore di tenerezza tanto quanto Henry risveglia la libido più feroce.
"Ieri, al Cefé de la Rotonde, Henry ha detto di avermi scritto una lettera che poi ha strappato. Perché era una lettera pazza, una lettera d'amore. [...] Ho paura di quest'uomo, come se in lui dovessi affrontare tutte le realtà che mi terrorizzano. La sua sensualità mi turba. La sua ferocia mista a tenerezza, la sua improvvisa serietà, la mente fervida, pesante. Sono un po' ipnotizzata"
"Chiede di rivedermi. quando aspetto nella poltrona della sua stanza, e lui si inginocchia
a baciarmi, è più strano di tutti i miei pensieri. Con la sua esperienza mi domina. [...] Mi sussurra cosa deve fare il mio corpo. Io obbedisco, e nuovi istinti si risvegliano in me. Mi ha conquistata.
Un uomo così umano; e io, all'improvviso, sfacciatamente naturale"
Horst P. Horst, Corset |
Con lui Anais scopre la sensualità, libera la carica erotica del suo corpo, sonda la profondità della sua immaginazione. Nel suo diario, ancor più che nelle lettere tra i due amanti, si percepisce l'esatto momento dell'esplosione.
"Henry grida: dimmi, dimmi quello che senti. E io non posso. Ho il sangue agli occhi, alla testa.
Le parole vengono sommerse.
Voglio gridare selvaggiamente,
senza parole - grida inarticolate, prive di senso, dal fondo più primitivo del mio essere,
che sgorgano dal mio ventre come il miele. Una gioia lacerante, che mi lascia svuotata,
senza parole, conquistata, zittita. Dio, ho conosciuto una giornata tale, una tale sottomissione femminile, un tale dono di me stessa che non può esserci più niente da dare"
"Poi, in alcuni momenti, ricordo una
delle sue parole e all'improvviso
sento la donna sensuale infiammarsi in me, come se l'avessero violentemente accarezzata.
Sussurro la parola tra me, con gioia. E' in momenti del genere che il mio corpo vive"
"Vienimi vicino, sempre più vicino. Ti prometto che sarà bellissimo". Henry è un diavolo tentatore ("Henry salvami dalla beatificazione, dagli orrori di una perfezione statica. Precipitami nell'inferno"), ma allo stesso tempo un bambino indifeso, un uomo arrabbiato e ferito. Ma mantiene la sua promessa. Lui che vuole scrivere sul suo diario "un indice diabolico: Heinrich. Place Clichy" i "piccoli posti oscuri" tra Parigi e Louvenciennes segnati in rosso sulla mappa. Le pagine sono difficili da girare, impregnate di inchiostro, umori, sudore, polvere e fumo denso.
"Il mattino dopo ricevo una sua lettera enorme. Solo toccarla mi commuove.
'Quando tornerai ti farò una festa letteraria e scopereccia - il che significa
scopare e parlare e parlare e scopare'."
Ralph Gibson, Leda |
Ma sono le parole a invadere ogni cosa. E' la natura del diario: Nin riversa valanghe di pensieri sul foglio, riordina, analizza, fa l'autopsia di ogni impulso annaspando in cadaveri di parole, per rispondere al bisogno di Miller di descrivere per afferrare le cose, caricaturizzare e distruggere per vincere le sue paure. Più che corpi o anime, sono gli scrittori a incontrarsi, a scontrarsi e le parole volano ovunque come vestiti, spezzate, accartocciate, bruciate, bagnate, accarezzate. Un'altra forma di sesso estremo, dove si fondono i manoscritti, il diario e il romanzo, gli appunti e le lettere a June.
"Io faccio scattare i suoi pensieri. Lui allarga i miei. Io lo incendio. Lui mi fa galleggiare. Tra noi c'è sempre movimento. [...] Il suo libro cresce dentro di me come fosse il mio."
"Tornai a casa con due delle sue espressioni scolpite nella mente: 'Sovraccarica di vita' e 'satura
di sesso'. [...] Dopo Henry, non ci sarà più questa polarità.
Un futuro senza di lui è l'oscurità. Non riesco neanche a immaginarlo."
Ma dall'altro lato c'è June, seconda protagonista di un triangolo tutto tranne che equilatero. La vera regina dell'inganno, innocente ma indistruttibile, uragano che distrugge e alimenta la rabbia di Miller e abbacina di languore Anais Nin.
"June e io non ci escludiamo a vicenda; siamo complementari.
Henry ha bisogno di entrambe. June è lo stimolante e io il rifugio.
Con June conosce la disperazione e con me l'armonia".
June Miller |
Ma June è prima di tutto un personaggio. Un elemento essenziale della vena creativa di Henry Miller. Anais lo sa, riconosce in quella relazione drammatica ad esplosiva la scintilla creatrice della scrittura cruda e rabbiosa che diventerà segno distintivo di uno dei maggiori scrittori del Novecento. Lei che mette i suoi manoscritti al primo posto, tanto da sovvenzionarli, sacrificando le sue economie e la pubblicazione dei suoi diari.
E' contraddittorio - ma in fondo interessante, almeno dal punto di vista dell'analisi - il suo mettersi a completa disposizione di un uomo proprio durante il risveglio di sé stessa come scrittrice e come donna. E' un essere bisognoso d'amore, ma che ha capito di poterlo ricevere in tante forme diverse, ciascuna da una fonte diversa - la tenerezza coniugale e giovanile dal marito Hugo, la passione carnale da Henry, il piacere del duello intellettuale da Allendy, il languore e l'ambiguità dell'intrigo da June.
La bambina è cresciuta, la sacralità del femminile è un idolo dimenticato e vuoto che solo gli uomini si ostinano ad adorare, la donna si libera delle ali ingombranti e dalla cintura di castità. Lascia il Paradiso per la vita: la dannazione è la felicità ultima.
"Il mio vecchio schema di vita è a pezzi. Giace intorno a me in frantumi.
Grandi cose verranno da tutto questo. Sento la fermentazione.
Il treno che mi riporta a casa a Louvenciennes scuote frasi nella mia mente
come dadi in un bicchiere".
Anais e Henry. "Vienimi vicino..." |
Nessun commento:
Posta un commento