lunedì 15 dicembre 2014

Guida alla convivenza con l'Amante dei Libri: cosa regalare a Natale

  Natale. Regali. Panico. Penso siano queste le 3 parole più ricercate su Google in questi giorni. E visto che tutti compilano liste e consigli per gli acquisti, perché non farne una ad hoc per gli Amanti dei Libri (AdL)? Ognuno di noi ne ha almeno uno in famiglia o tra gli amici. E se siete nel dubbio di cosa acquistare, ecco qualche idea originalo o solo divertente per fare un bel regalo a un Divoratore di Pagine seriale.

  Intanto, regola numero uno: al vero AdL non si regalano MAI libri. Non è un controsenso: chi ama i libri di solito ama anche le librerie, soprattutto quando deve passarci ore alla ricerca della sua prossima lettura. Insomma, l'AdL ama scegliersi da solo i suoi nuovi amici di carta. Al 90% qualsiasi cosa gli regalerete non sarà letta (o solo cominciata). A meno che non stiamo parlando di un'edizione limitata di tutte le opere di Shakespeare che da due mesi guarda sospirando in vetrina in vostra presenza. Ma in generale, ripeto: niente libri. Mai.


sabato 6 dicembre 2014

Bjorn Larsson: della libertà, del mare, della scrittura


  Nessuno era ancora riuscito a condensare in un solo libro (ok, due) la maggior parte delle mie passioni. Ma ho imparato a non sottovalutare lo svedese Bjorn Larsson (non quello di 'Uomini che odiano le donne'), che con la pacatezza appuntita tipica degli scrittori nordici centra il bersaglio come un agopuntore. Apparentemente indolore, ti riempie di piccole, taglienti verità che si faranno sentire con leggero ritardo. Oh, si faranno sentire eccome.

(Forse anche per questo quasi tutte le mie orecchie sono 'minori'. Dettaglio che mi ha stranito riprendendo in mano i libri dopo alcuni mesi)

E' anche uno dei (pochi) autori che amo nonostante non condivida alcune riflessioni. O forse le condivido, ma mi risultano ancora un po' indigeste da accettare. E questo è, in fondo, Larsson.

venerdì 8 agosto 2014

"Parlando d'altro" di Rodolfo Cernilogar


"Sei arrivata così a fondo

da scavare miniere d'argento
allagare la falda acquifera

l'acqua ha preso il sopravvento
ha invaso ogni spazio
inclinato il piano, l'asse terrestre

come un abete che si appoggia a un altro
prima di cadere.
Da terra si respira un altro cielo"



venerdì 1 agosto 2014

"Terra!" di Stefano Benni

 
  La Terra del futuro, del 2156 dopo sei guerre mondiali, di cui tre atomiche, è ridotta a un paese gelato (si vive solo sottoterra), diviso come non mai tra le superpotenze sineuropea, giapponese e arabo-amerussa, e sempre più bisognoso di energia. E' per questo che un gruppo scelto di astronauti (leggi: un incompatibile e scalcagnato gruppo di eroi improbabili) è scelto per guidare l'astronave Proteo Tien (ex navicella della Disney a forma di Topolino) verso un pianeta sconosciuto, trovato e indicato da un pirata-esploratore spaziale come la copia della Terra prima che i conflitti la ricoprissero di ghiaccio e odio.

  Inseguiti dalle astronavi avversarie (la gigantesca e lussuosissima Calalbakrab araba-amerussa, la miniaturizzata Zuikaku dei giapponesi con a bordo l'armata imperiale dei topi ammaestrati guidati da due generali), gli eroi della Proteo Tien si lanciano in un tuffo spaziale attraverso pianeti sconosciuti e inverosimili, mentre sulla terra si scava sulle montagne del Sud America alla ricerca di qualcosa che da sotto le montagne che secoli prima furono degli Inca, lancia scariche e segnali...



giovedì 24 luglio 2014

Prima di tutto: semiotica e metodologia dell'orecchia

  Facciamo un po' di teoria, perché fare le orecchie alle pagine è un'arte che richiede un metodo ben preciso.
Del resto le orecchie sono il nostro personalissimo codice, una serie di 'trigger' di emozioni che si sviluppano sia sul piano temporale che di importanza.
Innanzitutto, una nota epistemologica: le orecchie non servono a ricordare cose o concetti, ma a riportare alla luce emozioni provate, stati d'animo, momenti e a volte pure pensieri scatenati dalla parola scritta. Sono inutili e persino controproducenti nei libri di testo scolastici o nei libri troppo tecnici. Le orecchie devono generare ispirazione, non disperazione.
  Inoltre, non tutte le frasi, i brani i versi generano in noi le stesse emozioni, quindi non tutte le orecchie sono uguali. posso essere sull'angolo in alto, in quello in basso, appena accennate (giusto un angolino piegato)o molto pronunciate, da un lato o dall'altro della pagina. Parlando con amici Orecchiomani come me ho scoperto che ognuno di noi ha un suo metodo, un 'codice' di piegatura e di traduzione, una mappa invisibile in ogni pagina con le sue coordinate e i suoi sentieri.
  Come dei moderni origami, ogni emozione ha il suo tipo di piega. Questo è il mio codice personale. A questo proposito, mi sembra giusto lanciare un sondaggio: qual è il tuo?

Perché fare le orecchie a un libro è un gesto d'amore

'Origami book' di Isaac Salazar

  Un'orecchia non è uno sfregio. E' il risultato di un impeto di emozione, stupore, epifania davanti a una frase, una scena, una descrizione, un aforisma o un verso che ha colpito dritto al cuore. La testimonianza che in quel momento, quelle parole esatte sono state capaci di trasformare una manciata di secondi in qualcosa di perfetto e vero. Sono un promemoria, l'epigrafe della bravura dello scrittore, un monumento alla fantasia umana e alla parola.
  Come Pollicino, dissemino tra le pagine dei miei libri preferiti, briciole di carta, piccole pieghe sugli angoli, per ritrovare la strada delle mie emozione, quando riprenderò in mano quel volume. Quando guardo i bordi esterni dei miei libri, mi appaiono come tastiere di pianoforte, con spazi bianchi e neri, suonano la melodia della mia storia di lettrice. Qui c'è la macchia lasciata da una lacrima, nella piega dell'angolo superiore l'indicazione di una pagina perfetta, in quello inferiore una frase da ricordare per i momenti bui, qui c'è la poesia che ha centrato il bersaglio, la scena madre, la verità assoluta condensata in poche righe. Qui c'è la mia storia in quella dell'autore.